Propone un interessante articolo sulla relazione tra il pensiero e le sensazioni con le relative manifestazioni del nostro corpo.
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A differenza delle società arcaiche dove la buona salute è l’equivalente della sopravvivenza e del perseguimento della specie, oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come uno stato di benessere biologico, psicologico e sociale e non la semplice assenza di malattia. Nonostante tale concetto sembri abbastanza scontato, fatica ad essere accettato nella cultura quotidiana. A partire da ciò, è importante considerare il contributo della psicologia rispetto alla promozione della salute e alla prevenzione, oltre che al trattamento della malattia, in relazione al concetto di qualità della vita che si sta diffondendo.
Il punto cruciale è una visione olistica dell’uomo che non è una macchina ma, come sostiene Galimberti, “un tutto unitario dove la malattia si manifesta a livello organico come sintomo e psicologico come disagio, e che presta attenzione non solo alla manifestazione fisiologica ma anche all’aspetto emotivo che l’accompagna”. (Fondazione ISTUD, “Dialogo mente-corpo/corpo-mente: esiti di salute e prospettive di sostenibilità”).

Pertanto, è possibile affermare che corpo e mente non sono due mondi separati ma due entità in continua influenza reciproca; è questo il presupposto della psicosomatica.
E’ necessario quindi, avere della malattia una visione multifattoriale, legata quindi all’intersecarsi di un insieme di fattori tra i quali assume grande rilevanza quello psicologico.
Le malattie psicosomatiche sono quelle malattie che colpiscono il corpo ma che nascono e trovano origine nella psiche. Già Freud ne riportava degli esempi con una serie di casi di isteria. Il meccanismo alla base dei disturbi psicosomatici è la necessità delle emozioni particolarmente dolorose di trovare uno sbocco. Sono queste che spingono il corpo a difendersi, manifestando il disagio attraverso degli organi che possiamo definire “bersaglio”.
Le malattie da sempre interpretate come psicosomatiche sono l’ipertensione arteriosa, l’asma bronchiale, la colite ulcerosa, l’ulcera gastro-duodenale e l’eczema. A queste se ne aggiungono altre: disturbi dell’alimentazione, disturbi a carico del sistema gastro-intestinale, respiratorio, cardiovascolare, disturbi e malattie relativi al sistema cutaneo, muscolo-scheletrico, genitourinario, endocrino. Ovviamente il disagio diviene vera e propria malattia quando si cronicizza e quando i disturbi psicosomatici causano al soggetto una menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre importanti aree per la persona.

Per questo, diventa importante, concentrarsi sulla persona piuttosto che sulla malattia in sé e comprendere il significato che la malattia assume per il soggetto. L’uomo non può essere considerato un contenitore di organi, la malattia non può essere identificata solo con l’organo malato e quindi l’unico ad essere curato, considerando, come sostengono gli orientali, che l’organismo non si può ammalare in una sola parte lasciando integro tutto il resto. (Bertagni G. “Breve introduzione alla medicina psicosomatica).
E’ importante quindi, che il soggetto acquisisca maggiore consapevolezza del suo vissuto di malattia, che abbia un senso integrato di sé e del mondo e che punti sulla promozione e sulla salvaguardia del suo benessere psicologico oltre che fisiologico.
Pubblicato su HR SOCIAL MAGAZINE, 28/01/2017
Riferimenti Bibliografici
Bertagni G. “Breve introduzione alla medicina psicosomatica”.
Biondi M. “La Medicina Psicosomatica: panoramica e quadri clinici”.
Fondazione ISTUD, “Dialogo mente-corpo/corpo-mente: esiti di salute e prospettive di sostenibilità”.
Maino E. “La psicosomatica” in Benessere.com