Secondo Freud l’inconscio è formato da desideri repressi lontani dalla coscienza che possono venire fuori attraverso il sogno, ad esempio, o sottoforma di disagio psichico. Freud ci ha descritto l’inconscio attraverso un’immagine molto suggestiva. Ha infatti paragonato la nostra psiche a un iceberg, dove la porzione che emerge dall’acqua corrisponde alla parte conscia, mentre l’enorme parte sommersa, molto più grande, di quella esterna e visibile è la parte inconscia.
Il nostro inconscio registra tutto.
La mente inconscia è anche la fonte di tutte le nostre convinzioni e credenze, delle nostre paure e degli atteggiamenti che interferiscono con lo svolgersi della nostra vita quotidiana. L’inconscio si può definire come l’insieme di pensieri, emozioni, modelli di comportamento, desideri, impulsi di cui non si ha consapevolezza. I meccanismi inconsci sono il risultato di esperienze, emozioni, fantasie che vengono rimossi, cancellati dalla nostra coscienza. Molto spesso, ad esempio, un evento traumatico della nostra vita rimane “nascosto”, tutti i ricordi dolorosi legati ad esso vengono rimossi, appunto, per difesa, per evitare complicazioni nella vita quotidiana. Quando il materiale rimosso cerca di venire a galla si genera una condizione conflittuale interna che può provocare disagio psichico, influenzare scelte di vita, dinamiche relazionali, emozioni e comportamenti. La maggior parte delle forme di psicoterapia mirano a portare nella parte conscia molti meccanismi inconsci in modo da poterli esaminare e sfruttarli per capire meglio come influenzano il nostro agire quotidiano.