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Mente-Corpo un’unione indissolubile

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Pubblicato da in Psicologia - Pubblicazioni ·


Propone un interessante articolo sulla relazione tra il pensiero e le sensazioni con le relative manifestazioni del nostro corpo.
Tempo di lettura: circa 4 minuti



A differenza delle società arcaiche dove la buona salute è l’equivalente della sopravvivenza e del perseguimento della specie, oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la salute come uno stato di benessere biologico, psicologico e sociale e non la semplice assenza di malattia. Nonostante tale concetto sembri abbastanza scontato, fatica ad essere accettato nella cultura quotidiana. A partire da ciò, è importante considerare il contributo della psicologia rispetto alla promozione della salute e alla prevenzione, oltre che al trattamento della malattia, in relazione al concetto di qualità della vita che si sta diffondendo.

Il punto cruciale è una visione olistica dell’uomo che non è una macchina ma, come sostiene Galimberti, “un tutto unitario dove la malattia si manifesta a livello organico come sintomo e psicologico come disagio, e che presta attenzione non solo alla manifestazione fisiologica ma anche all’aspetto emotivo che l’accompagna”. (Fondazione ISTUD, “Dialogo mente-corpo/corpo-mente: esiti di salute e prospettive di sostenibilità”).

Insieme allo stato fisico, sostiene Goleman, si cura anche quello emotivo. In effetti, è abbastanza comune definire le emozioni in relazione a stati fisici: può capitarci di sentire il cuore in gola o lo stomaco chiuso quando aspettiamo con ansia il verificarsi di un evento oppure di diventare pallidi e di essere paralizzati dalla paura di fronte ad un evento spaventoso oppure ancora di arrossire e tremare di rabbia di fronte ad un grave torto subito.
Pertanto, è possibile affermare che corpo e mente non sono due mondi separati ma due entità in continua influenza reciproca; è questo il presupposto della psicosomatica.
E’ necessario quindi, avere della malattia una visione multifattoriale, legata quindi all’intersecarsi di un insieme di fattori tra i quali assume grande rilevanza quello psicologico.

Le malattie psicosomatiche sono quelle malattie che colpiscono il corpo ma che nascono e trovano origine nella psiche. Già Freud ne riportava degli esempi con una serie di casi di isteria. Il meccanismo alla base dei disturbi psicosomatici è la necessità delle emozioni particolarmente dolorose di trovare uno sbocco. Sono queste che spingono il corpo a difendersi, manifestando il disagio attraverso degli organi che possiamo definire “bersaglio”.

Le malattie da sempre interpretate come psicosomatiche sono l’ipertensione arteriosa, l’asma bronchiale, la colite ulcerosa, l’ulcera gastro-duodenale e l’eczema. A queste se ne aggiungono altre: disturbi dell’alimentazione, disturbi a carico del sistema gastro-intestinale, respiratorio, cardiovascolare, disturbi e malattie relativi al sistema cutaneo, muscolo-scheletrico, genitourinario, endocrino. Ovviamente il disagio diviene vera e propria malattia quando si cronicizza e quando i disturbi psicosomatici causano al soggetto una menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre importanti aree per la persona.

Le persone affette da Disturbo da Somatizzazione soffrono di continui dolori (mal di stomaco, mal di testa, dolore alla schiena ecc…) che le induce a consultare continuamente specialisti in campo medico ignorando che il problema principale sia appunto, di tipo psicologico. Da un punto di vista fisiologico è ormai certo che sistema nervoso, endocrino ed immunitario comunicano tra loro. E’ noto che una condizione mentale serena influisca positivamente sull’andamento della patologia, riducendo la possibilità stessa di ammalarsi. Seligman sostiene che l’ottimismo mantiene le difese immunitarie più attive. Vari studi epidemiologici su larghi campioni in condizioni naturali hanno dimostrato come un evento luttuoso, come la morte del coniuge, aumenti il rischio di mortalità cardiovascolare (morti di “crepacuore”) per circa sei mesi con tassi sei volte superiori a soggetti della stessa fascia di età, sesso e zona di residenza che non abbiano perso il coniuge. E’ poi noto il cosiddetto fenomeno da “ipertensione da camice bianco” legato a fattori emozionali e di stress. (Biondi M., “La Medicina Psicosomatica: panoramica e quadri clinici”).

Per questo, diventa importante, concentrarsi sulla persona piuttosto che sulla malattia in sé e comprendere il significato che la malattia assume per il soggetto. L’uomo non può essere considerato un contenitore di organi, la malattia non può essere identificata solo con l’organo malato e quindi l’unico ad essere curato, considerando, come sostengono gli orientali, che l’organismo non si può ammalare in una sola parte lasciando integro tutto il resto. (Bertagni G. “Breve introduzione alla medicina psicosomatica).

E’ importante quindi, che il soggetto acquisisca maggiore consapevolezza del suo vissuto di malattia, che abbia un senso integrato di sé e del mondo e che punti sulla promozione e sulla salvaguardia del suo benessere psicologico oltre che fisiologico.


Riferimenti Bibliografici
Bertagni G. “Breve introduzione alla medicina psicosomatica”.
Biondi M. “La Medicina Psicosomatica: panoramica e quadri clinici”.
Boscagli I. “Che cos’è la psicosomatica?”, in Istituto di Psicosomatica Integrata.
Fondazione ISTUD, “Dialogo mente-corpo/corpo-mente: esiti di salute e prospettive di sostenibilità”.
Maino E. “La psicosomatica” in Benessere.com


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