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ANZIANI E ISOLAMENTO: QUANTO QUESTO HA INFLUITO SULLA LORO QUALITA' DI VITA? - di Rossana Sunna

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Pubblicato da in Psicologia - Pubblicazioni ·


La pandemia da COVID-19 ha avuto una serie di conseguenze sulla vita di ognuno di noi. Se usiamo un po’ di empatia, possiamo renderci conto di come questo possa aver influito sulla vita delle persone anziane, sia da un punto di vista emotivo che fisico.
È stato chiesto tanto ai nostri anziani, in quest’ultimo periodo.
È stato constatato, infatti, che l’anziano è tra le persone più vulnerabili a contrarre il Virus.

Dal punto di vista emotivo, l’isolamento in casa, lontani dagli affetti di figli e nipoti, l’impossibilità di incontrare gli amici, può aver aumentato il rischio di essere un peso; il senso di solitudine ha aumentato lo sviluppo di stress e depressione. Dal punto di vista fisico, l’anziano ha subìto le difficoltà di potersi muovere all’esterno, con la paura che uscire aumenti il rischio di ammalarsi di Covid-19.
È già noto come le dinamiche sociali siano alla base della salute mentale a tutte le età, basti pensare alle teorie sullo sviluppo socio-emotivo del bambino (Pattwell & Bath, 2017), nonché al benessere derivante dalle relazioni sociali in età avanzata (Charles & Carstensen, 2010).

Comunemente, il mondo mediatico ha paragonato la pandemia a una guerra.

Questa metafora ha condotto la popolazione mondiale a una risposta sociale di allerta e difesa per di più, alla consapevolezza che il nemico vive in forza del proprio agire, alimentato la fragilità, l’impotenza, la solitudine, fino alla percezione di abbandono e perdita (Battistelli, 2020).
L'isolamento, la solitudine, hanno da sempre rappresentato fattori di rischio importanti per lo sviluppo di problemi mentali, come ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo e demenze.
Inoltre l’isolamento potrebbe aver portare anche conseguenze pesanti per la salute fisica, come l’ipertensione o disturbi del sonno, o anche dei deficit a livello immunitario, o addirittura potrebbe portare all’assunzione di alcol, fumo o droghe, tra i più giovani.
C’è stato un aumento anche della mortalità, dovuta a suicidio, proprio per la mancanza di reti sociali, o la percezione di sentirsi un peso per l’altro.
Quest’anno più che mai è forte il bisogno di sensibilizzare la popolazione sulla solitudine degli anziani, in particolar modo di quelli istituzionalizzati. A causa dell’emergenza Covid-19, infatti, le strutture di assistenza si vedono costrette a dover negare le visite dei familiari ai loro cari.
Una sensazione che accomuna gli anziani è proprio quella di sentirsi in pericolo, soprattutto quando l’informazione li sommerge di notizie allarmanti; ma un ruolo importante possono giocarlo i familiari, i quali attraverso delle chiamate, possono rassicurarli sul fatto che, se vengono rispettate tutte le regole disposte, la loro salute è al sicuro, o è possibile, anche, parlare con loro di notizie rasserenanti come l’arrivo del vaccino o altre notizie che possono diffondere in loro qualche speranza.

Ma è possibile aiutare l’anziano a convivere con serenità alla diffusione del Covid-19?
Sì, è possibile.
E come farlo?
Basta seguire alcune semplici regole:
1. Evitare una lunga esposizione alle notizie in TV, soprattutto prima di andare a dormire, potrebbero disturbare il sonno;
2. È importante che l’anziano continui a mantenere le proprie abitudini, e a coltivare sempre i propri interessi;
3. Monitorare la qualità del sonno o dell’alimentazione, così da non alterare la qualità di vita;
4. Incoraggiare l’anziano a mantenere il proprio corpo in movimento;
5. Ascoltare i loro stati d’animo per poterli rassicurare;
6. Assicurarsi che l’anziano, quando deve uscire, adotti tutte le disposizioni adatte (mascherina, distanziamento sociale, igienizzazione delle mani)
7. È importante che mantenga attiva la propria rete sociale, attraverso videochiamate ecc..
8. Dare delle informazioni utili al fine di migliorare il raggiungimento dei servizi utili;
9. È importante che vengano contattati dei professionisti (medici, psicologi), qualora si senta la necessità di andare in aiuto alle difficoltà dell’anziano.

Basta veramente poco per proteggere i nostri anziani e per far percepire loro la nostra vicinanza, pur limitando i contatti fisici.





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