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Ammalarsi D’Amore: psicopatologia dell’innamoramento

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Pubblicato da in Psicologia - Pubblicazioni ·


Propone un interessante articolo sull’ammalarsi d’amore..quando un sano sentimento diventa patologico.
Tempo di lettura: circa 5 minuti



L’innamoramento è una delle esperienze con maggiore impatto sulla nostra vita, in quanto caratterizzata da uno stato di esaltazione affettiva e di estrema concentrazione, dedizione e proiezione di noi stessi verso l’altro. Rappresenta una sorta di ciclone che investe le nostre parti più intime tanto che le moderne neuroscienze dimostrano come a livello neurobiologico c’è una somiglianza tra gli innamorati e gli ossessivo-compulsivi (Gasperini, D.Repubblica.it).

Nella cultura occidentale, si pensa che l’amore romantico sia l’unica forma d’amore, come se l’esperienza dell’innamoramento non finisse mai (Pigeaud, 1981), c’è la tendenza a pensare che la passione amorosa sia ciò su cui debba basarsi un rapporto di coppia. Le culture orientali, invece, hanno un concetto d’amore diverso da come noi lo intendiamo, i rapporti di coppia si basano sull’affetto e l’impegno, spostandosi maggiormente verso un’ottica dell’altro più realistica (Lorenzi, 1998).

L’esperienza dell’innamoramento può essere suddivisa in tre momenti:
1. il primo è dato dalla costruzione di uno spazio dentro di sé (coscienziale) in attesa dell’amore;
2. segue il momento dell’incontro che è dato dall’ingresso dell’altro che non è necessariamente reale, basta un segno per rendere concreto ciò che si è precedentemente costruito nella propria coscienza; in questa fase si tendono ad esaltare gli aspetti di uguaglianza con l’altro, ad accentuare gli aspetti positivi e a negare le diversità;
3. la terza fase è la “spinta all’azione” (Clérambault, 1945), l’esperienza dell’innamoramento prosegue verso la strada della relazione ed è infatti importante che l’altro mandi un segnale di disponibilità e di accettazione dell’interessamento dell’altro (Lorenzi,1998).

L’amore cambia le persone, influenza il loro modo di essere, di pensare,di comportarsi e può essere la causa di un vero e proprio malessere fisico. Si pensa che molti aspetti legati all’innamoramento simulino un disturbo mentale tanto da non riconoscere alcuna differenza tra l’ossessione per una persona amata e un’ossessione vera e propria (Tallis, intervista di Nicola Nosengo).

Possiamo infatti delineare alcuni quadri psicopatologici legati alla fase dell’innamoramento riconosciuti più dall’osservazione clinica che dalla letteratura scientifica.

Il primo è la Sindrome dell’amante fantasma: può essere considerata come un’esperienza psicopatologica che si arresta al primo momento della fase dell’innamoramento precedentemente descritto. Non esiste, infatti, l’incontro con l’altro in quanto la passione amorosa è indirizzata verso persone sconosciute o appena intraviste. Il soggetto è pervaso da questa passione per anni senza che l’altro ne sia a conoscenza. Il paziente spera di essere ricambiato ma ha la consapevolezza della natura dolorosa e solitaria del suo amore. L’amore risulta patologico in quanto questa condizione è persistente, incoercibile e vi è assenza di feedback con la realtà. Si manifesta generalmente in soggetti con tratti patologici, con componenti narcisistiche, borderline.

PAOLO. “…il paziente era allora studente universitario, fuori corso, di circa 25 anni di età…Nell’ambito di un’interiorità complessa e molto bizzarra, egli un giorno descrisse il “suo Amore”per Julie Christie, nato il giorno in cui aveva visto il dottor Zhivago. Da allora aveva raccolto immagini e interviste dell’attrice in un grande album…Nell’album veniva documentata la storia del suo amore, sentito, almeno in parte, come impossibile, ma insieme anche come unica ragione di vita…" (Caso clinico, Psicopatologia nell’arco di vita).

Un’altra realtà clinica è l’Amore delirante o Deliroide amoroso. In questo caso, l’esperienza si evolve nel secondo momento e quindi è presente l’incontro con l’altro che viene spesso descritto come una sorta di colpo di fulmine. C’è una concreta relazione amorosa ma l’altro viene completamente idealizzato e la storia d’amore che il soggetto vive è completamente distante da quella reale. La gravità della condizione suddetta induce col tempo il soggetto a minare il suo funzionamento sociale.

ALDO. “Professionista assai brillante nel lavoro e nella vita sociale. Non ha precedenti psichiatrici. Si è perdutamente innamorato di una donna un po’ più anziana di lui…L’amore è stato “a prima vista”.Descrive la donna come pura, bellissima, incapace di malizia alcuna…In realtà l’amata è persona di dubbia moralità…L’ondata idealizzatoria nei confronti della donna non cessa, anzi si fa sempre più marcata..Una volta la sorprende in compagnia di un uomo, semivestita, in un luogo appartato: le giustificazioni che lei gli dà sono credute alla lettera..Poi la sposa..Ottiene la firma del suo conto in banca e il giorno stesso lo prosciuga…In breve il paziente si carica di debiti…Il paziente…continua ad amarla." (Caso clinico, Psicopatologia nell’arco di vita).

La terza condizione psicopatologica è quella del Delirio Erotomanico ed è la più grave in quanto assume la forma di un vero e proprio delirio. In questo caso, il soggetto ha la convinzione delirante di essere amato da un’altra persona. Questa idea compare all’improvviso. Il soggetto ritiene di aver avuto dall’altro dei cenni evidenti come strizzate d’occhio, telefonate, sorrisi o addirittura attraverso la tv o la telepatia che dimostrano la manifestazione di interesse dell’altro nei suoi confronti.

LAURA. “…la paziente già da allora aveva cominciato a pensare al Dottor X (chiameremo così lo psicoterapeuta). Le era sembrato che lui avesse una particolare simpatia per lei: nelle sedute la difendeva…le sorrideva, le aveva strizzato l’occhio…Si era sentita molto importante per il fatto che lui le dedicasse il suo tempo…Quando aveva deciso di interrompere la terapia lui l’aveva salutata con calore e l’aveva abbracciata…Da questo capì che non era solo simpatia, ma anche amore e dei più appassionati...” (Caso clinico, Psicopatologia nell’arco di vita).

I casi appena descritti rappresentano vere e proprie condizioni psicopatologiche. Considerando l’esperienza dell’innamoramento comune a tutti, non è un caso che spesso, si paragoni l’amore a una droga sia dal punto di vista biologico che comportamentale; l’amore, infatti, ci rende spesso dipendenti, ci spinge a una continua ricerca o a tormentarci quando non lo troviamo o non è corrisposto. La fase dell’innamoramento può essere considerata una vero e proprio momento di follia, il cuore ci batte ogni volta che vediamo l’altro, la nostra mente è pervasa dai pensieri sull’altro, si è continuamente sovrappensiero con lo sguardo un po’ perso. Come sostiene McEwan l’innamoramento è sempre un’esperienza estrema, un atto irragionevole ed è dalla malattia che spesso si può meglio comprendere un comportamento sano.


BIBLIOGRAFIA
Benvenuti P., 2007. Psicopatologia nell’arco della vita. Seid Editori: Firenze.
Gasperini B.,2015. Amore folle: quando l’innamoramento ricorda la malattia mentale in d.repubblica.it
Lorenzi P., 1998. “Bruciar d’amore”. Declinazioni psicopatologiche dell’esperienza dell’innamoramento in ATQUE, Rivista sementrale 17, Maggio 1998-Novembre 1998.
Mal d’amore: intervista a Frank Tallis a cura di Nicola Nosengo in Psicoterapia.it


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