
L’ansia è un’esperienza piuttosto comune e a differenza della paura è a volte difficile da definire o da ricondurre ad una causa specifica. Quando l’ansia ci permette di mobilitare le nostre risorse in relazione ad un evento di pericolo o di necessità come ad esempio, la partecipazione ad un esame, allora si tratta di una risposta adeguata nella misura in cui è proporzionata all’intensità del pericolo e scompare subito dopo; quando, invece, i livelli di ansia sono elevati e portano ad un’inibizione, invece che ad un’attivazione dell’organismo, allora potrebbe essere considerata come un vero e proprio disturbo. Ne è un esempio il Disturbo d’Ansia Generalizzata, caratterizzato da persistenti sentimenti di ansia e preoccupazione con una serie di sintomi: irrequietezza, sensazione di affaticamento, irritabilità, difficoltà a concentrarsi, alterazioni del sonno, con la possibilità che si associno tremore, tachicardia, sudorazione, senso di soffocamento. Ciò ovviamente, comporta una compromissione del funzionamento generale nella vita del soggetto. L’ansia è certamente un disturbo multifattoriale legato alla struttura di personalità, alla presenza di eventi stressanti e alla nostra capacità di affrontarli. In genere, si prevede una psicoterapia che vada a modificare pensieri dannosi o false idee (ad es. “non riuscirò mai a imparare l’inglese”, “non sarò mai più felice” oppure credenze e convinzioni radicate limitanti come “è giusto che in una coppia ci sia…”) in modo da migliorare la qualità della vita.